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Esercizi di scrittura da Yoga, il romanzo di Emmanuel Carrère – LAURA CIPOLLONE

Esercizi di scrittura da Yoga, il romanzo di Emmanuel Carrère

 

 

Nel romanzo di Carrère si nascondono esercizi di scrittura: il nostro modo di scrivere racconta chi siamo, migliorarlo è un esercizio come lo yoga

Di quest’ultimo romanzo ne sono state dette di tutti i colori, per intenderci con i nerd dello yoga: una per ogni asana. Si è parlato soprattutto di quanta biografia ci fosse: quello che lo scrittore racconta di sé è la verità? Passerei oltre verso un aspetto che emerge qua e là: per Carrère la scrittura è yoga. Non parliamo della ginnastica della domenica ma di una disciplina concreta, di consapevolezza ed esercizio. Ecco alcune delle sue riflessioni, per tutti quelli che hanno spesso a che fare con il gesto di scrivere

Esercizio di scrittura n° 1: osserva come sei fatto

Carrère dice che ogni scrittore va a scovare nei suoi testi certe formalità ricorrenti:

«Di recente mi sono reso conto che la mia amica Hélène F. comincia quasi tutte le sue frasi con “tu” e io quasi tutte le mie con “io”. Il che mi ha fatto riflettere. Fleubert dava la caccia alle sequenze di genitivi: scrivere “una corona di fiori d’arancio” lo faceva uscire di testa, poteva passare giornate intere a cercare di evitarlo.»

Liste, appunti, mail: osservare il modo in cui scriviamo significa osservare noi stessi. Meditare sulla propria scrittura e scoprire gli schemi che si ripetono, ci mette di fronte alle nostre forme mentali. Ho preso uno dei miei quaderni e sono andata a caccia con un evidenziatore. 

Risultato? Gran bottino di “sempre”: aveva sempre la battuta pronta. Ho sempre voglia di dormire. Vivranno per sempre così. Ecco i miei sempre dell’immobilità e del tutto è già deciso per i secoli e secoli. Le parole che usiamo d’istinto, così come la sintassi, la punteggiatura, dicono qualcosa di noi. La prima persona singolare di Carrère: narcisismo. I miei sempre: innato fatalismo. Una visione da sistemare, così come la scrittura. Il tuo evidenziatore che dice?

Esercizio di scrittura n° 2: esercitati nel gesto che conta di più 

In un episodio del romanzo, Paul Otchakovsky-Laurence, amico ed editore di Carrère, fa una scoperta pazzesca su di lui: scrive sulla tastiera del pc con un solo dito. Libri e libri scritti con un solo indice! I due discutono di come imparare ad usare le dieci dita avrebbe potuto non solo essere utile a Carrère, ma anche cambiare tutta la sua vita. 

«”Battere sulla tastiera,” argomentava Paul al bancone della cantina, “trasformare il tuo pensiero in parole e in frasi che batti su una tastiera è il gesto più importante della tua vita.”» 

Carrère allora si impegna e impara a usare tutte le dita. Un esercizio, yoga. Un’osservazione, meditazione. Riconoscere qual è il gesto più importante della nostra vita e adoperarci per migliorare è yoga. Siamo al mondo per questo: crescere qualunque sia il nostro personale materiale a disposizione. La grande lezione di scrittura di Carrère è che con l’esercizio si fanno sempre progressi. Che sia yoga o scrittura: pratica dopo pratica si riescono a fare cose che sembravano impossibili. Quasi senza accorgercene. Da battere con dieci dita una sillaba, una parola, una frase, letteratura. 

Pensa al gesto più importante di tutti. 

Il mio è scrivere sì, ma non a macchina: sui miei quaderni di appunti. Sono fondamentali, a volte però li odio. Non sopporto quando sbaglio e cancello, quando uso le penne colorate, quando scrivo solo in nero, quando faccio anche dei disegni, quando scrivo solo parole, quando lascio pagine svolazzanti, quando invece le incollo. Odio la disomogeneità che produco, il riflesso di quello che sono, che siamo tutti: imperfetti. Per me il quaderno di appunti è difficile da accettare, ci sono momenti in cui vorrei prendere e riscrivere tutto in un quaderno di “bella”. Poi penso che sono pazza. Pazza perché è una cosa da pazzi e perché è da pazzi perdersi le schifezze che vengono fuori quando non si pensa alla perfezione ma all’esercizio. Lì ci sono nascoste le cose così come sono. Accettare gli imperfetti quaderni di appunti è la mia forma personale di yoga. 

A ognuno la sua!

 

 

Tutto quello che so sullo yoga lo devo a Laura, la mia maestra.

A lei e a Carrère, il desiderio di migliorare.

 

 

Esercizi di scrittura da Yoga, il romanzo di Emmanuel Carrère